Allevamento a mano

I nostri amici agapornis sanno benissimo alimentare e far crescere sani i loro piccoli, alla nascita o dopo poche ore si osserva il gozzetto del pullus appena nato già un po’ rigonfio, in trasparenza si intravede una sostanza color crema, è il latte di pappagallo ricco di sostanze proteiche e immunitarie.

Generalmente la madre inizia ad alimentare da prima il più piccolo con il “latte” più fluido per arrivare ad una sostanza via via più densa per i più grandicelli.

E così fino a quando, verso il mese di età, i piccoli cominceranno a beccare la spiga di panico e il pastoncino.

Pulli di agapornis roseicollis

E allora perché allevare a mano?

Personalmente controllo i nidi almeno due volte il giorno, cercando di non essere troppo invadente nel disturbare la famigliola , per rendermi conto della regolare crescita dei pulli e della situazione igienica. Ci sono delle coppie che portano egregiamente avanti nidiate di 5 o 6 piccoli senza bisogno di nessun intervento da parte dell’allevatore e questo succede più spesso in coppie già mature ed esperte, ma a volte può accadere per il singolo carattere dei genitori o semplicemente una questione di inesperienza produca la necessità di intervenire.

I pulli che nascono a giorni alterni, come per la deposizione delle uova, crescono di giorno in giorno e può accadere, ad esempio, che in una nidiata l’ultimo nato sia trascurato in quanti i fratellini più grandi reclamano prepotentemente l’imbeccata, portando i genitori a ignorare il più piccolo che, nascosto alla loro vista, si indebolisce sempre più, rischiando di morire.

A questo punto bisogna verificare il tipo di intervento:

1) provare ad aggiungere qualche imbeccata lasciando il piccolo nel nido sperando che, reso più forte, intensifichi la richiesta di nutrimento con voce più energica inducendo i riproduttori a occuparsi anche di lui;

2) metterlo a balia da qualche coppia che ha già prole coetanea;

3) prelevarlo decisamente dal nido e approntare una camera calda e tutto l’occorrente per l’allevamento a mano.

Tanto più giovane sarà il piccolo, tanto più grave sarà l’impegno, sia per la disponibilità di tempo sia per l’attenzione che dovremo avere.

Il nostro intervento potrebbe anche essere necessario anche in caso di abbandono della cova da parte dei riproduttori in prossimità della schiusa.

Un agapornis alla nascita pesa dai 2 ai 3 grammi ed ha la lunghezza sui 2 cm, è veramente un piumino di carne rosea che si ha paura a toccare, in questo caso direi che l’impresa è molto ardua, specie se non si ha alcuna esperienza.

L’alternativa al lasciare il piccolo al suo destino ci induce al tentativo di salvarlo, tentativo spesso reso impossibile da una sua intrinseca debolezza o da qualche patologia che il pullo può portare in eredità .

appena nato
come reggerlo

Pullus appena nato, prima volta di imbecco

La temperatura corporea di un piccolo agapornis è sopra i 40 gradi, quindi nel maneggiarlo dobbiamo stare attenti che le nostre mani non siano fredde oltre che perfettamente disinfettate e asciutte.

Delicatamente tenendo il piccolo con la testa ferma tra pollice ed indice,appoggiamo a cannula della siringa al lato del becco sollecitando la risposta all’imbecco, se questa è immediata è già un buon segno e allora facciamo scendere una goccia di formula sempre al lato del becco, non dentro in quanto sarebbe già troppo grande,con il rischio di soffocare il piccolo provocando un rigurgito e il passaggio della formula in trachea; si perderà un po’ di formula, ma una parte verrà ingerita e alla deglutizione si vedrà chiaramente come il liquido scenderà giù nell’esofago per depositarsi nel gozzo. L’operazione sarà ripetuta per altre 2 o 3 volte. Il gozzetto si vedrà appena rigonfio. Asciugare delicatamente il pulcino e metterlo nuovamente al caldo.

prima della pappa
gozzetto pieno

La temperatura della formula dovrà essere prossima ai 39°, per verificarla servirà un normale termometro. Per mantenere la temperatura costante, specie se si allevano più pulli insieme , potrà essere utile l’uso di uno scaldabiberon dove mettere le siringhe con la formula già preparata.

termometro digitale
scaldabiberon

La volta successiva si controllerà se c’è stata l’evacuazione e se le feci saranno regolari,per consistenza e colore della formula.

Mano mano che il pulcino crescerà, la formula sarà più cremosa, della densità dello jogurth e il gozzo alla fine della somministrazione sarà tondeggiante ma non troppo pieno, tenendo presente di evitare la minima pressione per non provocare quel rigurgito pericolosissimo, per lo stesso motivo, nel maneggiarlo, è bene evitare di capovolgerlo.

Quando la formula è più cremosa può rimanere attaccata al becco, per questo è bene, dopo la somministrazione, pulire accuratamente la zona per evitare che solidificandosi lo possa deformare nella crescita.

Una cosa utile è pesare i pulli ogni giorno alla stessa ora, preferibilmente di mattina a digiuno e annotare su di un foglio l’andamento ponderale insieme ad altre notizie utili.

 
bilancia digitale


ESEMPIO DI TABELLA PER IL CONTROLLO DEL PESO DEL NIDIACEO

Questa è una tabella puramente indicativa per il controllo del peso degli inseparabili allevati a mano, ma utile anche per quelli nutriti dai genitori se ci accorgiamo che qualcosa non va per il verso giusto. 
In quelli allevati dai genitori ci saranno dati variabili in quanto spesso i primi nati avranno una crescita più rapida a scapito degli ultimi per i quali si potrebbe intervenire con aggiunte di formula. 
Ovviamente poi dipenderà anche dai singoli riproduttori, dal loro comportamento dell'alimentazione dei pulli, dalla costanza o dall'entualità di una pica; qualche volta capita che dei pulli non crescano abbastanza per loro propria  debolezza e si impone un tentativo di recupero a mano.
Le cifre in rosso indicano il calo di peso che può essere determinato da svariati motivi  non necessariamente da indurre preoccupazione. Probabilmente la volta precedente il pullus ha mangiato più del solito e la volta successiva risponde svogliatamente all'imbecco.
Da questa rilevazione si può fare una media ,per cui, ad esempio, il peso di un piccolo di 15 giorni si aggira più o meno sui 30 grammi.
Come in tutte le specie  esistono  soggetti  di differente costituzione, i più robusti e  i più gracili , ma non è detto che da adulti rimangano tali. 

I piccoli crescono rapidamente e già a una settimana si può eliminare la somministrazione notturna dando l’ultima imbeccata verso le 23 e la successiva verso le 6-7 della mattina successiva.

Dopo la 3° settimana basteranno 4 imbeccate che ovviamente saranno divise nell’arco della giornata e piuttosto abbondanti,ma senza esagerazione, l’allevatore sarà ampiamente gratificato dalla risposta dell’uccellino alla vista della siringa, la richiesta della pappa sarà insistente fino al raggiungimento della sazietà.

   
roseicollis lutino faccia arancio e lutino faccia rossa
fischer alla siringa

 

Svezzamento

Dopo la prima settimana, il periodo dello svezzamento è il più delicato e pericoloso.

Arrivato il mese di vita si può cominciare ad offrire al piccolo un buon pastoncino morbido e una spiga di panico ( che almeno per i primi tempi andrebbe lavata e fatta asciugare).

La curiosità lo porterà ad assaggiare, spesso sembra che mangi, ma in realtà si fa girare i semini nel becco senza riuscire né a sgusciarli, e anche quando riesce ad ingerirli non si può pensare ad interrompere la somministrazione della formula, ma solo a diminuirne il numero.

Un calo di peso si riscontra frequentemente al momento del cambio di alimentazione ed ancor di più importante tenerlo sotto controllo.

Ci sarà quello più autonomo, curioso, che assaggia tutto e che ad un mese già rifiuta la siringa e quello poco indipendente che fino a 3 mesi reclama ancora la sua razione di coccole e pappa e che, se forzato a nutrirsi da solo, si lascia deperire rischiando l’attivarsi di patologie latenti.

Sempre in questo periodo si può provare a offrire anche della mela grattugiata e qualche fogliolina di cicoria tritata assieme al pastoncino. Non sarà sempre così facile fare accettare un’alimentazione diversa da quella data con la siringa anche perché ogni esemplare è, come in tutte le specie viventi, un universo a sé stante con una propria indole e proprie manifestazioni di comportamento.

Ci sarà quello più autonomo, curioso, che assaggia tutto e che ad un mese già rifiuta la siringa e quello poco indipendente che fino a 3 mesi reclama ancora la sua razione di coccole e pappa e che, se forzato a nutrirsi da solo, si lascia deperire rischiando l’attivarsi di patologie latenti.

Le prime volte che si offriranno i semi sarà opportuno farli sbollentare rendendoli morbidi e sbucciabili come quelli decorticati nel gozzo dei genitori naturali. Anche offrire gli estrusi ai piccoli in fase di svezzamento può venire molto utile per abituarli ad un’alimentazione più ricca di vitamine e proteine badando a scegliere quelli più piccoli e magari ammorbidendoli con del succo di frutta naturale.

 

 
   
confidenza sulla mano
roseicollis verde ancestrale e avorio blu

 

Alloggiamento dei nidiacei

Per allevare a mano dovremmo disporre di una camera calda regolata alla temperatura di 33-35 gradi, corredata di una ventola di aerazione e una bacinella d’acqua per mantenere un certo grado di umidità che varia dal 50 al 60%.

Il pullus sarà posto all’interno, sistemato in un piccolo contenitore concavo foderato di carta da cucina bianca, tipo scottex , da cambiare ad ogni somministrazione della formula.

Il contenitore concavo serve inoltre ad impedire che un superficie troppo piatta possa favorire l’allargamento delle anche.

La carta bianca serve anche per controllare colore e consistenza delle feci; il contenitore concavo sarà inoltre sostituito con uno più grande proporzionatamente alla crescita dei pulli.

 

   
pullus
coppetta

In negozi specializzati vendono delle ciotoline di lana compressa che si possono lavare e rimettere in forma facendole asciugare dentro un’altra ciotola rigida.

In mancanza di camera calda si potrà sistemare il pulcino, sempre nel contenitore concavo, approntando una scatola posta alla distanza di 30/40 centimetri.

La temperatura sarà gradatamente regolata in base alle varie fasi di impiumaggio dei pulli, quindi dal 33-35° nel pulcino implume, per scendere ai 29-30° alla presenza del piumino, poi ai 25° verso l’emissione delle prime penne,fino ai 20-22° di quando è completamente rivestito.

Ovviamente in presenza di più pulcini che si riscaldano tra di loro,la temperatura sarà abbassata proporzionatamente.

   
trio
cestino

Il piacere della compagnia

A prescindere dall’esigenza di salvare un pulcino che non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivenza senza il nostro tentativo di recupero, può insorgere il desiderio di avere un amico con cui condividere momenti di affetto e tenerezza, tenendo presente che la decisione dovrebbe essere presa dopo aver vagliato la possibilità di dedicargli parecchie ore della giornata o sapendo di non lasciarlo solo per tropo tempo. Personalmente sono anche contraria anche a lasciarlo senza un compagno, anche se questo ci toglierebbe l’esclusività del rapporto.

Il pullo si potrà prelevare intorno alla 3° settimana di vita, anche verso il mese di età, ma potrebbe esserci, in quest’ultimo caso, una certa riluttanza da parte del piccolo agapornis ad accettare la nostra manipolazione, per cui il pullus serrerà fortemente le mandibole, impedendo l’intrusione della siringa e la nostra eventuale forzatura potrebbe provocare un rigurgito con il rischio di soffocamento.

Ciò non toglie che, con tempo e pazienza, si può indurre a modificare l’atteggiamento scontroso del piccolo.

Converrà prelevare la prima volta il piccolo alla sera, in modo da trovare, la mattina dopo, il gozzo vuoto, perché è bene evitare che si crei nel gozzo un miscuglio del cibo dato dai genitori e quello della formula.

A completamento della impiumatura,sarà opportuno allestire una bella gabbietta piuttosto ampia a sviluppo orizzontale, perché, a parte il fatto che dovrà abituarsi comunque a viverla come il suo angolo tranquillo dove mangerà, riposerà, troverà i suoi giochi, è possibile che improvvisamente spicchi il suo primo volo ed è bene essere preparati a recuperare il temerario nei posti più disparati.

Specie nei primi mesi il nostro agapornis diventerà davvero “inseparabile” e l’amico umano che per lui sarà il compagno, dovrà dedicarsi molto , ma con una certa cautela , in quanto si possono creare degli atteggiamenti così esclusivi e nevrotici, con manifestazioni fobiche di territorialità , gelosia e aggressività verso altri suoi simili o anche altri componenti della nostra famiglia.

Arrivate all’età riproduttiva, certe femmine allevate a mano divengono particolarmente aggressive specie in presenza del nido e non avendo nessun timore del loro amico umano e delle sue mani, si permettono atteggiamenti di sfida nel tutelare la loro proprietà , cosa tipicamente ancestrale legata all’istinto della difesa della prole.

   
verde e avorio blu
all'attacco della siringa