Come favorire la riproduzione

Una sana alimentazione influisce per il 50% sulla fertilità della coppia; il giusto apporto di proteine, vitamine e sali minerali, senza eccessi o carenze che possano creare squilibri ormonali, evitando cibi avariati o sostanze tossiche, può garantire una buona attitudine alla riproduzione. Per contro una dieta sbagliata, ricca di zuccheri o lipidi che affaticano il fegato, crea scompensi anche a livello riproduttivo. Importante l'apporto di minerali quali calcio, fosforo, manganese e zinco per un equilibrio degli ormoni e del metabolismo.

Le vitamine necessarie alla riproduzione sono la A, per la funzione protettiva delle mucose degli organi riproduttivi (ovaie, ovidotto, testicoli.), la E che favorisce l'attecchimento dell'embrione e ha funzione antiossidante e la D, antirachitismo che fissa il calcio nelle ossa.

Importantissima la funzione della luce nel locale allevamento (un buon programmatore può ovviare eventuali problemi), la temperatura bassa non influisce sulla fecondità, mentre qualche difficoltà può averla quella alta, specie in concomitanza con un tasso di umidità elevato e può diminuire la fertilità.

Si possono anche citare stimoli sensoriali come la vicinanza di altre coppie che preparano il nido, rumori e cinguettii vari.

Approcci

L'estro

La maturità sessuale si ha verso l'anno di età, ma questa è il tempo che stabiliamo noi nell'allevamento dei nostri amici alati.

In natura ciò avviene, a prescindere dall'età, nei momenti in cui è facile la reperibilità di cibo, il clima è più tiepido, come la primavera.

Nei nostri allevamenti preferiamo far riprodurre tra settembre e maggio evitando la calura dei mesi più caldi a causa di una iperproliferazione di acari ed insetti ed evitare anche i mesi più freddi che potrebbero ostacolare il buon esito della cova specie se posti fuori all'aperto ed in correnti d'aria; c'è da dire che la temperatura, nella nostra penisola varia molto da nord a sud, per cui in Trentino, per esempio, una bella nidiata a luglio o agosto sarà sicuramente ben portata avanti.

Nei roseicollis l'estro è più precoce che nei fischeri e ancor più che nei personati. Ci sono delle femmine dei roseicollis che possono deporre anche a cinque mesi (è consigliabile comunque non dare seguito alla cova, in questo caso sin tolgono le uova e, senza nido, si fermano a due o tre e poi smettono) mentre negli occhi cerchiati a volte per avere la deposizione, si possono anche aspettare i due anni di età.

E' più facile un accoppiamento precoce quando la coppia è stata formata mettendo presto insieme due novelli.

Nel caso di un accoppiamento forzato, per motivi di selezione, in una coppia che vogliamo formare con soggetti che non si conoscono, l'intesa può avvenire dopo un periodo di conoscenza oiù o meno lungo, come anche una immediata attrazione, dove i componenti la coppia entrano in estro in contemporanea, magari da un periodo di astinenza.

Possono capitare invece anche situazioni di ostilità, rivalità, antipatie reciproche, spesso causate da una forte territorialità, che portano la coppia a ignorarsi e addirittura attaccarsi fino ad arrivare a uccidersi; per contro una coppia molto affiatata copula anche senza agenti stimolanti, senza nido, magari deponendo sul fondo della gabbia; fa tanta tenerezza vedere la femmina accovacciata in un angolo sopra il suo ovetto.

Uovo sulla griglia

E' bene, nel caso di voler formare una coppia nuova, dopo il necessario periodo di quarantena, che i soggetti vengano messi in gabbie diverse in modo che possano vedersi e abituarsi l'uno alla presenta dell'altro, successivamente si potrà spostare la femmina nella gabbia del maschio ( mai il contrario, essendo la femmina particolarmente territoriale e potrebbe diventare aggressiva fino al punto di uccidere il maschio) con una griglia di separazione che in seguito, constatando l'avvenuta complicità tra i due componenti, si toglierà.

L'affiatamento della coppia si manifesta con stazionamento nello stesso posatoio, atteggiamento complice, scambio di tenerezze, la femmina che comincia a ispezionare il nido fino all'accoppiamento vero e proprio e poi a sostarci sempre più spesso e restarci definitivamente alla deposizione del primo uovo .

Il nido

Uso nidi di legno a sviluppo orizzontale già pronti nelle diverse misure per agapornis roseicollis , più piccoli per i fischer e i personati, e più grandi per i parrocchetti, con lo sportello in alto per poterli ispezionare; li lego per sicurezza con degli elastici ( sembrano in piccolo quelli che si usano per i portapacchi delle automobili) che trovo a Roma nei negozi di Leroy Marlin o altri negozi di "fai da te"; preparo i nidi con un po' di tutolo di mais come sottofondo e poi metto uno strato di scagliette di segatura, quella che si usa per i conigli, contemporaneamente sul fondo della gabbia fornisco rametti di salice, olivo, eucalipto ecc , che i pappagallini sminuzzano, triturano e portano dentro il nido.

Istallo i nidi verso i primi di settembre e aspetto con ansia le nascite ogni volta emozionanti.

Le coppie più mature partono immediatamente, specialmente quelle dei roseicollis, mentre i fischer e i personati ci mettono un po' di più, sono più riflessive e hanno bisogno di più tempo per preparare il nido e metter su famiglia.

Se a settembre ho delle coppie ancora giovani , li faccio riprodurre a gennaio-febbraio al massimo a marzo, ma facendo in modo di lasciarli liberi tutti da impegni riproduttivi per tutta l'estate.

I parrocchetti testa di prugna si riproducono in primavera, anche se a volte ho notato una fase di corteggiamento anche in inverno, ma non do' seguito all'approccio.

Nido per agapornis
Nido per parrocchetti

Accoppiamento

La femmina dei roseicollis ( e solo in questa specie) ) comincerà a portare nel nido tutto ciò che le può sembrare utile per una bella imbottitura, avrà un gran da fare nell' infilarsi tra le penne del codrione tutto ciò che nel suo intento possa servire alla preparazione di un nido comodo e soffice per deporre le uova: rametti, carta, fibre … per evitare che porti anche elementi non idonei, come bucce di frutta che possono irrancidire, carta che assorbe l'umidità, fili che si possono attorcigliare alle zampette e ai piccoli, è bene fornire nella gabbia e già nel nido dei rametti di salice, olivo e di altre piante non tossiche ; è buffo vedere il suo andirivieni dove, nel tragitto, perde parte del suo "carico" nell'entrare nel foro d'ingresso al nido.

Nel nido così bene preparato la femmina creerà una fossa concava, dove prima le uova e dopo i piccoli saranno scaldate senza che il peso della pappagallina possa schiacciarli.

Generalmente l'arredamento del nido è suo compito, mentre nelle specie dei fischeri e dei personati, anche il maschio collabora attivamente.

Le coppie già stabili, non appena istallato il nido, cominciano subito a ispezionarlo e a darsi da fare per "arredarlo".

Accoppiamento

E' importante che l'alloggio sia sempre mantenuto pulito così come le attrezzature e la particolare cura dell'alimentazione e inoltre è bene disturbare il meno possibile l'intimità della coppia.

In fase di corteggiamento il maschio dimostra eccitamento grattandosi e facendo delle piroette, rigurgita alla femmina (che lo sollecita chiedendo lei stessa l'imbocco) il cibo predigerito.

L'accoppiamento può avvenire sul fondo della gabbia, sul posatoio, dentro il nido …. La femmina assume la classica posizione chiamata a "aeroplanino" e il maschio le monta sopra; a volte è il maschio che si mette in posizione "areoplanino" per suggerirla alla compagna inesperta.

L'amplesso è piuttosto lungo, della durata anche di parecchi minuti e spesso c'è un seguito fatto di altri rigurgiti e "grattatine".

Gli accoppiamenti si ripetono più volte nella giornata e seguitano fino alla deposizione dell'ultimo uovo.

Ci accorgiamo dell'imminenza della deposizione quando la femmina, che noteremo con cloaca, visibilmente gonfia, sosterà sempre più frequentemente nel nido, uscendone solo per liberarsi delle feci che saranno più morbide e più voluminose; all'alimentazione provvederà il compagno che vedremo sostare costantemente davanti al foro d'ingresso del nido.

La deposizione

La cloaca già nei giorni che precedono la deposizione risulta morbida e gonfia e in seguito, all'approssimarsi della deposizione, palpandola delicatamente, si potrà sentire la forma dell'uovo.

Anche al termine della deposizione, la cloaca rimane morbida e gonfia per qualche giorno ancora.

A volte l'uovo deposto può riportare delle leggere tracce di sangue, ma capita più facilmente al primo uovo o alla prima cova.

Le femmine degli agapornis depongono in media da due a nove uova generalmente quattro o cinque, la deposizione avviene a giorni alterni, ma non è raro che possano saltare o anticipare un giorno. Le covano per circa ventitré giorni, ma anche questa regola non è rigida, personalmente ho avuto schiuse al 22° giorno, come addirittura al 28°; dipende da quando iniziano a covare, ci sono quelle che iniziano la cova dal 2° o anche dal 3° giorno come altre che invece lo fanno immediatamente dopo la deposizione. Lo stesso avviene con l'alimentazione, cioè c'è la pappagallina che alimenta immediatamente il pullo appena uscito dall'uovo e quella che lo nutre il giorno dopo.

Cinnamon in procinto di deporre
Cloaca gonfia
Cobalto-viola dopo la deposizione
Deposizione esagerata

Alcune femmine non permettono al compagno di avvicinarsi al nido, altre coppie invece soggiornano dentro anche insieme alle uova e ai pulli.

Mamma fischer difende la sua privacy
Coppia di personati che covano insieme

La documentazione

Sono solita segnare le uova appena deposte con un numero progressivo e una sigla dei riproduttori per poter monitorare così la schiusa; ho scoperto che usando un pennellino per il trucco degli occhi, l'eye line , la scritta rimane tutto il tempo della cova, mentre una matita (sempre per cosmetica) essendo morbida e grassa, tende a sciogliersi nel corso della cova, altri tipi di matite o pennarelli all'alcool possono essere tossici e penetrare attraverso la porosità dell'uovo e avvelenare l'embrione.

La segnatura delle uova può anche servire a riconoscere i pulli nel caso dovesse servire mettere a balia le uova presso un'altra femmina se si presentano problemi tipo numero eccessivo, abbandono da parte della madre naturale, o pica eccessiva dei pulli.

Ho creato diverse schede, dove annoto tutto quello che può servire, una specie di albero genealogico, riportando tutte le notizie in mio possesso, anche per avere una cronistoria di ogni coppia, anzi di ogni soggetto descrivendone così la mutazione.

Segno tutto, dalla data di deposizione, al numero di uova, alla speratura delle uova, ai motivi di una non schiusa, alla nascita, all'anellamento e alle caratteristiche morfologiche che riguardano i pulli ( tipo colore piumino, occhi , becco e così via).

Contemporaneamente cerco di fare delle fotografie e documentarne i pulli alla nascita, la crescita, le varie mutazioni del piumaggio dalla prima muta fino alla livrea definitiva.