L'anellamento
Anellare o non anellare i pulli degli agapornis?
E' una scelta personale, ma se si intende partecipare a delle mostre ornitologiche , questo è indispensabile. E' come avere una specie di pedigree, un documento che attesti l'unicità del soggetto. Sull'anellino è incisa la sigla della federazione o associazione, il codice personale dell'allevatore, gli ultimi due numeri dell'anno in corso e il numero progressivo di anellamento. Questo può essere importante in caso di fuga, di ritrovamento per risalire all'identità dell'allevatore.
Gli anellini vanno richiesti, mediante un'associazione, insieme all'iscrizione annuale, nel numero si ritenga riprodurre. Gli anellini possono essere di alluminio o di acciaio, da qualche anno si producono in duralluminio colorati e ogni anno si cambia il colore che è uguale per tutti i pappagalli nati nell'annata.
Sono inamovibile e solo il veterinario può toglierli con idonee cesoie.
Esistono anche degli altri anellini sia in metallo che in plastica che si possono applicare ad un soggetto adulto, che si trovano nei negozi specializzati per animali ,ma che non sono validi per le mostre.
Anellare i pappagallini è anche utile nel caso si debbano fare i sessaggi molecolari, sulle piume attraverso il DNA, facendo riferimento ai dati impressi sull'anello non c'è il rischio di confusione anche se la mutazione è la stessa.
Esiste anche l'anellino di sessaggio che il veterinario applica alla zampetta dopo l'esplorazione endoscopica, a sinistra per le femmine, a destra per i maschi, sull'anello c'è impressa la sigla del medico veterinario. Ciò non esclude che possano avere ambedue gli anellini, uno dell'allevatore e l'altro del sessaggio endoscopico.
Quando anellare? Non c'è un giorno preciso, in genere corrisponde all'apertura degli occhi che avviene tra il 10° e il 12° giorno, e questo è più facile per i primi nati che risultano sempre un po' di grossi dei fratellini nati dopo, in quanto i genitori imbeccano più frequentemente i più grandicelli che reclamano la loro razione con più veemenza.
Capita spesso che, se inserito troppo presto, l'anellino si sfili e bisogna sperare di ritrovarlo nel nido, ma è meglio riprovare più volte che metterlo in ritardo con il rischio di fare soffrire l'uccellino o peggio causargli la rottura di qualche dito.
Una volta mi è capitato di mancare da casa dal giovedì alla domenica e non sono riuscita a anellare il pullo, il giovedì l'anellino si sfilava subito e la domenica la zampetta era cresciuta così tanto da non riuscire più ad infilarlo.
Bisogna sempre controllare l'anellino nel caso che un graffio, una puntura d'insetto, un pizzico di un compagno, possano far gonfiare la zampetta con il rischio di bloccare l'articolazione,con pericolo di cancrena e perdita dell'arto, in questo caso correre dal veterinario per la rimozione dell'anellino e una eventuale cura per far sgonfiare la zampa.
A me non è mai capitato, ma ho sentito anche di qualche riproduttore , attratto dal luccichio dell'anello, abbia tentato di toglierlo causando ferite o mutilazioni nel piccolo ; qualche allevatore copre con del nastro adesivo l'anello o lo sporca con le feci presenti nel nido.
Come applicare l'anellino ?
Tenendo delicatamente la zampetta si inseriscono nell'anellino le due dita centrali, qualcuno mette le tre più lunghe, e si fa scorrere l'anellino verso il piede piegando il quarto dito verso l'interno fino a che non riprende la posizione naturale.